04.05.2021

Dopo mesi di chiusure e rinvii, gli spazi culturali e artistici continuano a rimanere inaccessibili.
La “TAZ! Temporary Artistic Zone”, che si è tenuta in Piazza Puntoni lo scorso 23 Aprile, è stato il modo attraverso cui il collettivo studentesco ABABO (Accademia di Belle Arti di Bologna) ed altre realtà attive nel mondo della musica e dello spettacolo hanno detto basta a questo clima di incertezza e privazione protrattosi ormai troppo a lungo.
La “TAZ!” è stata, al contempo, un grido, una dimostrazione e una rivendicazione.
Un grido necessario per dire basta al silenzio culturale e per gettare luce sul ruolo che attualmente l’arte e la cultura ricoprono all’interno della nostra società: una società che percepisce l’arte come un vezzo o un semplice hobby e che tratta gli artisti come meri “intrattenitori”, anziché riconoscerli e rispettarli in quanto lavoratori.
Una dimostrazione fondamentale per dare prova che lavorare e studiare in sicurezza è possibile, senza per questo escludere la dimensione collettiva, componente essenziale della produzione e diffusione artistica.E, infine, una rivendicazione più che legittima dei propri spazi, resa ancora più urgente e necessaria dalla prolungata inaccessibilità ad essi.
Testo di Ida Pellegrino